10 ANNI DI ODISSEA

La nascita di un successo diventato un cult

Era il 29 novembre 2012, al Politeatro di Milano portavo in scena Le notti bianche di Dostoevskij. L’unica attrice a dividere il palco con me era Alessandra Ruta. Un testo classico, intenso, difficile. Fino ad allora avevo firmato solo tre spettacoli, tutti di prosa: Non Siamo una Favola?, Il Mago di Oz, e Jeanne Valois. Il pubblico apprezzò la performance ma da tempo la richiesta degli spettatori spingeva verso una direzione diversa, e la domanda era sempre la stessa: “Quando fai un musical?”.

Ho sempre pensato di non saperne niente di teatro musicale, ho una formazione classica e pensavo di non avere gli strumenti adatti per cambiare rotta e dedicarmi alla scrittura del copione di un musical, né tantomeno ai testi delle canzoni. Tuttavia sono stato bambino anch’io, e solo Dio sa quanti film Disney conosco ancora oggi a memoria. Inoltre, fermandomi a riflettere, mi sono ricordato di quella sera in cui con un’amica andai al cinema Odeon a vedere – malvolentieri – Moulin Rouge di Baz Luhrmann. Non mi entusiasmava che si trattasse di un film musicale, né tantomeno che la protagonista fosse Nicole Kidman, che non ho mai apprezzato particolarmente.

Ricordo come fosse ieri che all’accensione delle luci in sala a fine proiezione non riuscivo ad alzarmi dalla poltrona: i colori, i costumi, le scenografie, e le canzoni poi… semplicemente straordinario! Baz Luhrmann è un genio, e che dire dello stile visionario di Catherine Martin, sua moglie, che firma costumi, scenografie e oggetti di scena dei suoi film. È sotto la contagiosa ispirazione di queste due menti illuminate che Alessandra Di Fonzo ha disegnato i costumi dei miei spettacoli fino al 2004, non copiando ma concependo, elaborando e trasformando, e per questo quei costumi sono tutt’ora bellissimi. Moulin Rouge rimane ancora oggi un punto di partenza per ogni mia produzione. Beh, bene, avevo un esempio da ammirare ma come avrei risolto la scrittura delle canzoni? A dire il vero una canzone l’avevo già scritta, si trattava di una parodia, ma era pur sempre una canzone!

Per mantenere vivo il mio inglese usavo tradurre alcuni testi di canzoni internazionali, un esercizio linguistico come un altro. Così un pomeriggio del 2004, mi trovai a tradurre Jenny from the block di Jennifer Lopez. Avevo di fronte a me un testo opulento, megalomane, sicuramente discutibile e ai limiti del trash. Nacque così l’idea di incidere Jennara dal Blokko con tanto di videoclip. Indovinate di chi era il volto di J.Lo? Proprio di Alessandra Ruta che in Non Siamo una Favola? interpretava il ruolo di Jennara Topless, un’iperbole della nota cantante latina. Il video uscì su YouTube, e dal 2009 non smette di collezionare click e like. Insomma, avevo Moulin Rouge come fonte di ispirazione, quattro spettacoli all’attivo e Jennara come numero zero di quello che sarebbe potuta essere la scrittura delle canzoni, e così pensai “E se fosse un musical parodia?”.

Mi venne in mente che nel 1991, su Canale 5, andò in onda in due puntate la parodia dell’Odissea con la regia di Beppe Recchia. Andrea Roncato interpretava il ruolo di Ulisse e Moana Pozzi era nei panni – succinti – di Penelope. Avevo registrato l’evento televisivo su una  videocassetta, e tanto l’ho guardata che credo di averla praticamente consumata. Mi faceva ridere perché aveva dei toni scanzonati, era uno show irriverente e di facile comprensione anche per un bambino di 10 anni come ero io all’epoca. Non avrei mai potuto competere con un prodotto così ben fatto, no, proprio non potevo. Sarebbe stato come rifare I Promessi Sposi con la presunzione di superare in comicità il Trio. No, non potevo… ma nulla mi avrebbe impedito quantomeno di provarci!

Hdr_dss_cnl5

Presi un foglio bianco ed una penna: la prima canzone che mi venne in mente fu La Solitudine di Laura Pausini, era perfetta per una Penelope sola e in attesa del ritorno del marito, e così, nel giro di pochi minuti nacque La Singletudine. Quella sera stessa presi quel foglio, feci partire la base e in stile karaoke la feci sentire a mio fratello Andrea, che ha sempre l’ultima parola su tutto ciò che faccio. Il commento fu “Che putt@nata!”, e io dissi “No, è una Troyata”! Scoppiammo a ridere, ignorando che il nostro primo musical parodia aveva già un titolo e un sottotitolo.

Dopo un anno di pre-produzione le canzoni erano pronte, i personaggi avevano tutti un volto, avevo anche il corpo di ballo. Le prove generali furono un disastro assoluto e tornai a casa con il morale sotto le scarpe. L’indomani, la sera del 27 novembre 2013, L’Odissea – Una Vera Troyata debuttava al Teatro Delfino di Milano. Quel pomeriggio, mentre sistemavo i costumi dietro le quinte, una voce profonda mi chiamò: “Tomix, andiamo a bere qualcosa?”. Era Andrea Bonati, interprete di Ulisse. Per stare leggeri prendemmo un Negroni, lui alzò lo sguardo dal bicchiere e mi disse “E se sta c@gata fa ridere solo me e te?”. Lo avrei ucciso ma lo capivo, in cuor mio temevo di essermi infilato in qualcosa di troppo più grande di me, ma ormai il pubblico iniziava ad entrare nel foyer e dopo un anno volevo solo fare del mio meglio.

Quando le luci in sala si sono spente ed è partita la prima canzone, da dietro le quinte ho sentito un boato, grida di entusiasmo e mani che battevano all’unisono tenendo il tempo. Lo spettacolo era iniziato, non si poteva tornare indietro. Il resto… beh, credetemi, non lo ricordo. È strano, ma non ho ricordi delle rappresentazioni, solo di ciò che accade prima e dopo, e quello che è accaduto dopo, beh… quello sì che lo ricordo! Incredibile vedere con quanta gioia gli spettatori uscivano dal Teatro, gruppi di persone che cantavano le nostre canzoni e che ancora ridevano ripetendo alcune battute. Non ci potevo credere, la magia del teatro ha fatto il suo dovere.

Dal 2013 al 2018 l’Odissea è stata vista da quasi 5 mila spettatori, molti dei quali l’hanno vista, rivista e rivista ancora e ancora, continuando a ridere, a cantare, a divertirsi e perfino a commuoversi nel finale. Sono fiero di questo titolo, sono fiero del mio cast, ma soprattutto orgoglioso di aver avuto spettatori che sono entrati a teatro per la prima volta proprio grazie alla mia Odissea. Il teatro è di tutti, è vostro, è mio, è nostro, e a 10 anni dal debutto L’Odissea tornerà sul palco per voi, con il cast originale e il viaggio verso Itaca più assurdo che si sia mai visto. È vero, la mia Odissea non è solo una vera Troyata, è una gran figata!

Thomas Centaro

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER E
APPROFITTA DEI VANTAGGI SU TUTTI GLI SPETTACOLI DI THOMAS CENTARO