MASTER OF CEREMONIES

Esiste una differenza tra il Presentatore di Eventi e l’Emcee?

Sono Thomas Centaro, in 22 anni di carriera ho condotto oltre 350 eventi in 19 Paesi del mondo in italiano e in lingua inglese, posso dunque fornire la risposta definitiva alla domanda che ultimamente tedia perfino gli addetti ai lavori. La figura professionale del Presentatore di Eventi è stata ribattezzata con il neologismo Emcee, acronimo di Master of Ceremonies, ma qual è la differenza tra un uno e l’altro? Nel mondo del lavoro, in particolar modo a Milano, gli inglesismi stanno prendendo il sopravvento, ma che cos’è un nome? Citando Giulietta Capuleti “Ciò che noi chiamiamo rosa, pur con qualsiasi altro nome manterrebbe il suo stesso dolce profumo”. Chi potrebbe mai dare torto a William Shakespeare? Sebbene qualunque ruolo professionale tradotto in inglese offra un sapore più altisonante, le mansioni sono pressoché immutate, ma per comprendere meglio le sfumature tra il Presentatore e l’MC dobbiamo procedere per gradi.

Il Maestro di Cerimonie

Un maestro di cerimonie è anche un presentatore ma non viceversa. Quello che in gergo si dice “tenere il palco” per un Emcee non è affatto sufficiente. Anche chi conduce una serata karaoke in un pub può essere chiamato presentatore, tuttavia il Master of Ceremonies ha un incarico molto diverso, più istituzionale ma non necessariamente formale. Durante un’occasione prestigiosa, come ad esempio una serata di gala o una premiazione aziendale, la scaletta segue una logica rituale di cui l’MC si fa cardine, diventando il punto di riferimento degli ospiti e dei relatori sul palco così come per il pubblico in platea. Ma entriamo nello specifico.

L’esperienza nell’entertainment

Il Master of Ceremonies conduce il format con dimestichezza ed eleganza, rendendo fluido e scorrevole tutto ciò che ha precedentemente previsto con l’organizzatore. La stesura delle scalette e la scansione dei tempi per me è la parte più considerevole di ogni incarico, perché non esiste evento uguale ad un altro. Saper ascoltare l’organizzatore, fornire i giusti consigli e tradurre qualunque idea in un momento scenico prevede molta preparazione nell’entertainment, questo le aziende e i marketing lo sanno molto bene. Chi metterebbe mai il microfono in mano ad un animatore turistico per un evento di questa portata? Ecco perché instaurare un rapporto di fiducia con una figura come la mia diventa molto importante.

— A' Design Award 2022

Continuità e fiducia

Ogni ingaggio proviene inevitabilmente dalle più svariate realtà, e con molte di esse, e sempre più spesso, mi capita di instaurare un rapporto continuativo nel tempo. I vertici delle aziende, gli ospiti, i relatori, perfino gli spettatori imparano a sapersi affidare all’Emcee, diventando il valido sostegno di ogni occasione importante. Il mio PORTFOLIO ne è la riprova. Ma in sostanza, cosa fa un Master of Ceremonies?

Mansioni e difficoltà

In concreto un Master of Ceremonies fa in modo che la scaletta venga seguita rispettando gli orari, che nulla venga tralasciato o dimenticato, che tutti gli ospiti abbiano la giusta attenzione e che la manifestazione proceda senza problemi. In tutti gli eventi un intoppo è pressocché all’ordine del giorno, bisogna metterlo in conto. Per citare alcuni incidenti accaduti nei miei 22 anni di carriera, durante una cena di gala è capitato che la scaletta venisse quasi completamente rivoluzionata dagli autori mentre ero già sul palco, e durante una diretta televisiva è successo che i nomi di una premiazione fossero stati scritti nell’ordine sbagliato. Come uscirne?

Il problem solving

Se malauguratamente si presentasse un problema di qualsivoglia natura, è necessario che il maestro di cerimonie sappia appellarsi con eleganza al problem solving. Non basta saper risolvere un problema, bisognerebbe poter evitare che si verifichi, ecco perché avere sempre un “Piano B” è un’ottima via di fuga, anche gestendo l’imprevisto con un pacato senso dell’umorismo laddove sia consentito. Il sense of humor può essere salvifico in cerimonie il cui tono è leggermente più informale, è uno strumento utilissimo soprattutto per rendere più piacevoli riunioni o conferenze meno scintillanti le cui tinte, diversamente, risulterebbero monocorde.

La scelta giusta

Ecco allora che l’esperienza, l’aderenza al target, la comunicazione verbale e gestuale, l’empatia con gli ospiti e i relatori, l’attenzione alla regia, la piena disponibilità, il senso di collaborazione, e – non da sottovalutare – la conoscenza della lingua italiana, convergono nella capacità di centrare l’obiettivo dell’organizzatore. Questa è l’integrità professionale della figura del Master of Ceremonies. Tutto ciò che l’organizzatore, il committente e il pubblico si aspettano dall’MC, è che l’evento inizi, si svolga e si concluda senza tensioni ed eccessi, con un tono elegante e piacevole, per ottenere il massimo gradimento del pubblico.

— Video di Presentazione

In Italia in pochissimi svolgiamo questo mestiere, i colleghi che stimo si contano sulle dita di una mano. Il consiglio che fornisco in conclusione è di non lasciarsi abbindolare da un’immagine malamente photoshoppata o da un cappello a cilindro: il web offre figure troppo spesso poco professionali. Sappiate scegliere sempre e solo la figura professionalmente più completa, perché solo un vero Master of Ceremonies sa trasformare un’occasione importante in una attività di successo.

Thomas Centaro