VI PRESENTO KIM

Thomas Centaro presenta “Kim – Il Musical”,
una majokko millenial per la prima volta a teatro.

L’8 marzo 2019 debutterà per quattro serate al Teatro Pime di Milano KIM – IL MUSICAL, il primo spettacolo italiano la cui protagonista è una majokko. Cosa significa majokko? Per spiegarvelo bisogna tornare indietro: i pomeriggi degli anni ’80 sono stati scanditi da serie animate divenute storiche come “L’incantevole Creamy” e “Magica Emi”, che hanno fatto compagnia a milioni di bambini in tutto il mondo decretando il successo del genere Majokko.

Lo stile narrativo è una fusione tra commedia e fantasy in cui i protagonisti sono divisi tra due diverse identità, quella reale che svolge una vita ordinaria, e quella segreta, la cui trasformazione è il frutto della magia donata da una mascotte, solitamente sprigionata da un oggetto magico come il portacipria di Sailor Moon, il braccialetto di Emi, il cerchietto di Evelyn o un paio di orecchini, come nel caso di Jem & le Holograms. Ma qual è stato il segreto del successo del genere majokko? Presto detto: così come per i supereroi l’identità segreta non poteva mai essere rivelata, pena la perdita dei poteri o peggio ancora della memoria. Nessuno avrebbe dovuto scoprire quel segreto, nessuno se non i bambini che guardavano i cartoni in tv, sancendo una forte empatia e un grande legame anche affettivo con i telespettatori.

ATTENZIONE: In questo articolo non ci sono spoiler, ma se non volete rovinarvi la sorpresa per godervi tutto comodamente seduti in platea non proseguite nella lettura.

I cartoni animati e il teatro però sono due mezzi ben distinti per raccontare una storia, e questo è stato il mio punto di partenza. Così come è accaduto nel 2015 con il musical “Kitsch Me Licia” anche per Kim firmo la sceneggiatura, i testi delle canzoni e la regia del musical. I cliché e i cosiddetti tropes sono stati destrutturati e sovvertiti per evidenziare la modernità della vicenda e la credibilità dei protagonisti, all’interno di una storia avvincente fatta di persone vere, lasciando la magia in ultimo piano. Reinterpretare una maghetta nel 2019 significa poter utilizzare determinati elementi del quotidiano che negli anni ’80 non esistevano nemmeno lontanamente, come internet, i social network, dai quali ad esempio viene scoperto il talento di Kim, le dirette streaming e l’immancabile smartphone, ponendo la protagonista alla pari con qualsiasi altra ragazza della sua età, sebbene i suoi 27 anni sembrino solo un dato anagrafico.

Nessuno tra i protagonisti è a conoscenza della vera identità di Kim, e questa volta non lo saprà nemmeno il pubblico in sala, che osserverà tutte le sue peculiarità così come dagli occhi di tutti i personaggi della storia. Non spoilerare dall’inizio l’identità reale di Kim è una scelta narrativa che permette di vivere la vicenda senza condizionamenti, e che sottolinea la psicologia della protagonista sulla quale orbita un’ombra di mistero costante. Kim ha una voce meravigliosa, diventa una cantante famosa e ottiene un grandissimo successo, ma ha un carattere estremamente infantile e fragile che la rende a tratti buffa e impacciata. Kim vive nel mondo dello spettacolo, un settore in cui tutti sembrano avere un alter-ego pur senza avere poteri magici, in cui chiunque indossa una maschera per sembrare diverso da come è realmente, un mondo fatto di persone non risolte, di parole non dette, sentimenti non espressi, e dinamiche lavorative torbide. Kim però non è una figura femminista, è molto di più, una persona che vuole comprendere il carattere complesso della sua antagonista per darle una chance, che non fa caso all’omosessualità del suo stylist e che si lascia guidare con fiducia dal suo produttore, dalla sua ufficio stampa e dalla sua manager, ma nonostante sia lei a cambiare la vita di tutti i suoi compagni di viaggio quasi senza accorgersene, pare avere un grande conto in sospeso proprio con sé stessa.

Kim non ha nemici, non è una super eroina, non ha armi magiche, non combatte, non deve salvare il pianeta, la sua missione è completamente diversa da quella di tutte le altre maghette, perché il suo compito è la ricerca di quella vera sé stessa che si nasconde dietro di lei, e che ha paura di guardarsi allo specchio perché non si accetta. La trasformazione in Kim diventa per la sua vera identità un percorso di consapevolezza di sé, e rappresenta una fuga dalla solitudine e dalla mancanza di dialogo, tematiche calde e importanti che rendono questo musical un appuntamento particolarmente puntuale nel periodo in cui viviamo. L’approfondimento psicologico dei personaggi non sovrasta comunque quella che è una commedia musicale dal mood leggero e simpatico ma contempo intenso ed emozionante, costellato di battute, canzoni, e dinamiche nel mio stile a cui il pubblico è sempre più affezionato, e per questo sarò sempre grato. A questo punto non vi resta che collegarvi alla alla Pagina Ufficiale di Facebook e attendere di conoscere uno ad uno tutti i personaggi nelle prossime settimane, e se volete portarvi avanti prenotate già da ora i biglietti su Vivaticket, vi lascio i dettagli qui sotto. Vi aspetto!

THOMAS CENTARO
Autore e regista di “Kim – Il Musical”